Marika Cefalù
7 Maggio 2018
Lealtà tra fisco e contribuente,più rispetto normativo, meno liti
Attualità
Lealtà tra fisco e contribuente,
più rispetto normativo, meno liti
Sono gli auspici emersi nel corso dell’evento, con la convinzione di ottenere una concreta diminuzione dei ricorsi presentati dai cittadini presso le Commissioni tributarie
Si è svolto sabato 5 maggio ad Agrigento, presso la Sala consiliare del Libero consorzio comunale della provincia siciliana, il convegno dal titolo “Processo Tributario: Criticità e Rapporti con le altre giurisdizioni”. L’evento formativo, organizzato dall’Osservatorio permanente della Giustizia tributaria, in collaborazione con Amt (Associazione magistrati tributari), Camera degli avvocati tributaristi di Agrigento, Uncat (Unione nazionale camera avvocati tributaristi) e con il patrocinio del Cpgt (Consiglio di presidenza della giustizia tributaria), si è sviluppato in due sezioni. La prima sovrintesa dal presidente del Tar Sicilia, Calogero Ferlisi, e dal vice presidente vicario dell’Associazione magistrati tributari, Salvino Pillitteri.
Ad aprire i lavori il direttore dell’Agenzia delle entrate, Ernesto Maria Ruffini, il quale evidenzia che è un dovere dell’Amministrazione fiscale dare attuazione alle norme tributarie programmatiche, poiché è grazie a tali disposizioni, implementate dal legislatore tributario sul contenzioso, che è stato possibile realizzare un concreto miglioramento in tema di diminuzione dei ricorsi presentati dai contribuenti presso le Commissioni tributarie, e contestualmente dare innovativo assetto giuridico e tecnico-operativo all’attuale sistema fiscale nazionale, conforme ai principi di imparzialità, equità, semplificazione, certezza del diritto, e soprattutto una maggiore tutela e cura del contribuente.
In Italia, prosegue il direttore, sono stati evitati circa trecentomila ricorsi, un ottimo risultato che va analizzato ed esaminato sotto gli aspetti macro e micro socio economici e psicologico-comportamentali, in un ottica temporale, organizzativa-gestionale e operativa professionale.
Purtroppo, sostiene Ruffini, molto spesso, la percezione all’esterno dell’Agenzia delle entrate è distorta, prevale l’elemento dell’irrazionalità e la mancanza di una conoscenza reale delle dinamiche operative interne dell’Amministrazione finanziaria, che influiscono sulle scelte comportamentali del contribuente e che lo predispongono a commettere errori etico cognitivi, ad assumere atteggiamenti basati su stereotipi e luoghi comuni, che lo guidano a sviluppare un’errata percezione della realtà operativa fiscale e, di conseguenza, a distorcerla.
Ne sono la prova affermazioni del tipo “come mai ogni volta che l’Agenzia delle Entrate si muove o i suoi funzionari effettuano una verifica si trova sempre e necessariamente qualcosa da pagare?”. Una elaborazione psico cognitiva errata, poiché, in realtà, l’Agenzia non è in grado, nonostante i suoi quasi 39mila dipendenti, di controllare tutti contribuenti, anche attraverso le miriadi di partite Iva: sarebbe impossibile sia dal punto di vista gestionale, che economico e, senz’alcun dubbio, questo porterebbe all’innalzamento dei livelli del contenzioso, a sua volta ingestibile dalle Commissioni Tributarie.
Gli italiani sono “leali contribuenti” dichiara il direttore, lo attestano le entrate tributarie di oltre 400 miliardi, anche se la differenza di evasione fiscale è di circa 40 miliardi, per cui il controllo diventa necessario, e il processo tributario consequenziale. Non un controllo effettuato a caso, ma tramite l’“analisi del rischio”. Quest’ultima viene attuata attraverso un uso appropriato delle banche dati e delle applicazioni di ausilio a disposizione, poiché ciò, oltre a garantire controlli efficaci, determina anche una minore invasività dell’azione di accertamento. Solo ed esclusivamente a seguito di questa analisi del rischio, empiricamente certa e incontrovertibile, che l’Amministrazione finanziaria ha la quasi certezza di trovare qualcosa non pagato, perché il controllo è stato a monte.
È molto importante conoscere questo modus operandi, afferma Ruffini, poiché in questo modo la strategia operativa del controllo conforme e coerente ai principi costituzionalmente sanciti, diventa trasparente e chiara, veritiera e coerente agli occhi di tutti i contribuenti. Numerosi, poi, sono gli strumenti forniti dal legislatore che consentono a colui che è accertato e verificato di sistemare le irregolarità riscontrate dai funzionari dell’Agenzia delle Entrate. Questi strumenti (autotutela, accertamento con adesione, reclamo/mediazione, conciliazione giudiziale) implementati nel sistema giuridico tributario italiano, assicurano il giusto equilibrio tra la pretesa erariale, da un lato, e i diritti del contribuente dall’altro.
Anche il nuovo impianto organizzativo dell’Agenzia delle entrate, voluto dal legislatore e conforme a quanto indicato nei rapporti Ocse e dal Fmi, è orientato a ridurre il contenzioso, incoraggiare l’adempimento spontaneo (tax compliance), prevenire ex ante i rischi di evasione ed elusione.
Dentro l’evento
Diversi i temi affrontati durante le due sessioni, come il principio del “ne bis in idem” nella materia tributaria alla luce della giurisprudenza delle Corti europee e della Corte costituzionale, il giudizio di ottemperanza e procedure esecutive, i rapporti tra istituti deflattivi e processo tributario, i confini tra giurisdizione tributaria e amministrativa, il processo telematico tra normative, criticità e applicazione.
Il direttore regionale Entrate della Sicilia, Pasquale Stellacci, ha fornito precise e specifiche indicazioni ermeneutiche sulla disciplina del reclamo/mediazione (articolo 17–bis del Dlgs 546/1992), il cui ambito applicativo, sugli atti impugnabili notificati dal 1° gennaio 2018, è stato esteso alle controversie di valore non superiore a cinquantamila euro (articolo 10 del Dl 50/2017), Ciò al fine di rendere più incisiva e determinante la funzione deflattiva dell’istituto in parola, e contestualmente diminuire il contenzioso presso le Commissioni tributarie e la Corte di cassazione. Stellacci ha altresì evidenziato l’efficacia e l’importanza dell’attività normo giuridica del legislatore tributario, che ha reso il nostro sistema più equo e trasparente, ma soprattutto innovativo nel panorama giuridico tributario europeo e internazionale.
Parlando dell’autotutela (articolo 2-quater del Dl 564/1994) ed evidenziando le ultime modifiche apportate all’istituto dall’articolo 11 del Dlgs 159/2015, il direttore regionale ha ricordato che ora le disposizioni, nei casi di annullamento o revoca parziale dell’atto, consentono al contribuente di avvalersi degli istituti di definizione agevolata delle sanzioni previsti per l’atto oggetto di annullamento o revoca alle medesime condizioni esistenti alla data di notifica, purché lo stesso contribuente rinunci al ricorso, lasciando a carico delle parti che le hanno sostenute le spese di giudizio. Il nuovo assetto normativo dell’autotutela ha assunto un ruolo così determinante da farne uno degli istituti cardine del sistema fiscale e uno strumento efficace di tutela degli interessi dei soggetti dell’obbligazione tributaria. Nello specifico, l’istituto tende non solo a migliorare i rapporti tra i contribuenti e l’Amministrazione finanziaria, ma a ricostituire quel clima di reciproca fiducia utile per una collaborazione nell’adempimento degli obblighi fiscali, finalità statuite e perseguite dalla legge 212/2000 ovvero dallo “Statuto dei diritti del contribuente”.
Al convegno hanno partecipato numerosi studiosi e luminari del diritto tributario italiano, tra cui Angelo Cuva, docente di diritto tributario presso l’Università di Palermo e tesoriere Uncat, che ha sottolineato la necessità di prevenire il contenzioso, e di incentivare il dialogo e la collaborazione tra Guardia di finanza e Amministrazione finanziaria. In questo senso, ha ricordato che un passo importante è stato fatto grazie all’implementazione del tavolo della Compliance, un’iniziativa sperimentata in Sicilia dallo scorso 10 gennaio. Il tavolo, coordinato dal Garante del contribuente per la Sicilia, Salvatore Forastieri, nasce anche grazie all’Uncat e consente un momento di confronto tra istituzioni e operatori del diritto tributario, al fine di promuovere la legalità, la tax compliance e contribuire alla diminuzione dei casi di contenzioso tributario.
Ennio Attilio Rolando Antonio Sepe, presidente dell’Osservatorio permanente della Giustizia tributaria e presidente Amt ha specificato che l’Osservatorio ha lo scopo di promuovere e realizzare ricerche, indagini e studi sui temi della formazione giuridico tributaria pubblica e privata e attuare iniziative di studio e confronto scientifico con altri soggetti che operano nel campo giuridico tributario.
pubblicato Lunedì 7 Maggio 2018

Ultimi articoli
Attualità 26 Maggio 2023
Correzioni di istanza Civis: falso, la mail contiene un malware
L’Agenzia delle entrate avvisa che è in corso di diffusione una campagna di phishing attuata tramite false comunicazioni trasmesse via e-mail.
Attualità 26 Maggio 2023
Comunicazione Fatca senza Tin: no problem, nessuna sanzione
L’Internal revenue service degli Stati Uniti (Irs), infatti, con una notice dello scorso 30 dicembre, informata delle difficoltà che le istituzioni finanziarie italiane riscontrano nella raccolta del codice fiscale statunitense (Tin), ha precisato, con riferimento alla comunicazione dei dati relativi agli anni dal 2022, 2023 e 2024, che la mancata acquisizione e comunicazione del Tin, in relazione a un conto già esistente al 30 giugno 2014, non determinerà di per sé gravi conseguenze.
Attualità 25 Maggio 2023
Statistiche delle dichiarazioni Irpef, il Mef pubblica i dati 2021
Sul sito del Dipartimento delle finanze sono disponibili i dati su dichiarazioni Irpef dei titolari di partita Iva, reddito prevalente delle persone fisiche e Isa.
Normativa e prassi 25 Maggio 2023
“Decreto bollette” ai titoli di coda, palazzo Madama rinnova la fiducia
Art. 2 – Riduzione dell’Iva e degli oneri generali nel settore gas per il secondo trimestre dell’anno 2023 (modificato) Destinati, per l’anno 2023, 1,5 milioni di euro a favore dei Comuni in condizioni di predissesto, con popolazione da 25mila a 35mila abitanti, il cui piano di riequilibrio finanziario è stato approvato dalla Corte dei conti nel 2015 per l’anno 2014 e fino al 2023 e che, a seguito della sentenza 18/2019 della Corte costituzionale, si sono visti ridurre – dai trenta anni riconosciuti dalla norma della legge di stabilità 2016 poi dichiarata illegittima (articolo 1, comma 714, legge 208/2015) ai dieci anni ordinariamente previsti dal Testo unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali (articolo 243-bis, Dlgs 267/2000) – l’intervallo temporale a disposizione per restituire le anticipazioni di liquidità da parte dello Stato, di cui hanno usufruito accedendo al “Fondo di rotazione per assicurare la stabilità finanziaria degli enti locali” (articolo 243-ter, Tuel).