25 Maggio 2017
Mercato immobili non residenziali:compravendite e leasing più 16%
Piazza in crescente fermento per negozi, uffici e capannoni industriali che, nel 2016, vedono diminuire considerevolmente i rispettivi prezzi con quotazioni in calo rispetto al 2015
Questo è il quadro di sintesi che emerge dal “Rapporto Immobiliare Non Residenziale” pubblicato oggi dall’Agenzia delle Entrate in collaborazione con l’Associazione Italiana di Leasing (Assilea).
Nel 2016, il valore di scambio stimato per i tre settori ammonta complessivamente a 15,6 miliardi di euro, +15,3% rispetto all’anno precedente.
L’incremento rinsalda la ripresa del 2015. Nel 2016, anche il leasing ha proseguito la sua crescita, accelerando rispetto al 2015, con una crescita del +16%.
Il volume di finanziamenti ha superato i 20 miliardi di euro e oltre 480mila nuovi contratti stipulati.
Uffici
Il mercato degli uffici presenta una crescita del 12,3% rispetto al 2015, si tratta di un’inversione di tendenza dopo anni di continue riduzioni.
Nel Nord Ovest gli incrementi maggiori (17,5%). Decisamente positivi sono anche gli andamenti del Nord Est, +14,7% e del Sud, +13%, mentre più timida è la crescita al Centro, +5%.
La Lombardia detiene la maggiore quota di mercato, infatti, da sola, rappresenta il 28,4% degli scambi nazionali e qui le compravendite crescono quasi del 20%.
Ottimi risultati anche in Liguria, dove il rialzo delle compravendite di uffici supera il 40%, in Basilicata (+79,4%) e Molise (+28,9%), anche se in queste ultime due regioni la quota di mercato è ben al di sotto di un punto percentuale.
Le altre regioni, con una quota di mercato superiore al 10%, Veneto ed Emilia Romagna, con 1.157 ntn e 1.013 ntn rispettivamente, crescono anch’esse con rialzi decisi, +12,9% e +17,1%.
Valle d’Aosta, Umbria e Sicilia sono le uniche tre regioni dove il numero di compravendite di uffici arretra rispetto al 2015.
Nel 2016, l’intensità del mercato degli uffici misurata dall’imi recupera 0,17 punti percentuali raggiungendo l’1,51%.
Sempre la Lombardia, con un valore prossimo al 2%, è la regione dove l’imi raggiunge il massimo e dunque il mercato degli uffici risulta essere il più dinamico.
Presentano una certa vivacità anche le regioni Friuli Venezia Giulia, Liguria, Toscana e Veneto, con valori dell’imi che superano l’1,5%.
I volumi di compravendita degli uffici risultano maggiormente concentrati nei comuni capoluogo rispetto ai comuni minori, nonostante in questi ultimi si sia registrata una crescita superiore (+14,6% contro +10,3% dei capoluoghi).
I prezzi degli uffici diminuiscono in tutte le regioni.
A livello nazionale, nel 2016, la quotazione media degli uffici è 1.404 €/m2, in diminuzione del -3,6% rispetto al 2015.
Nel 2016, il Lazio è la regione con la quotazione media più elevata, con 2.125 €/m2 anche se in calo del 6,1% rispetto al 2015.
Riduzioni delle quotazioni medie anche in Piemonte, -6,2%, in Emilia Romagna e Marche, con cali oltre il 5%.
La Liguria, con una quotazione media di circa 2.000 €/m2, è la regione con la più contenuta diminuzione delle quotazioni (-0,4%).
In Valle d’Aosta, con un calo vicino al 5%, la quotazione media degli uffici scende sotto i 1.900 €/m2.
In Toscana la quotazione media è pari a 1.600 €/m2, -3,1% rispetto al 2015; Lombardia e Campania mostrano quotazioni intorno ai 1.500 €/m2 in diminuzione del 2%.
Considerando i soli comuni capoluogo di provincia, nel 2016, la quotazione media di riferimento nazionale è quasi 2.000 €/m2, con un calo del 4% rispetto al 2015.
Negozi
La distribuzione dello stock dei negozi nel territorio nazionale è abbastanza differente dalla distribuzione degli uffici.
La tipologia “negozi” è più presente nell’area del Sud, 26,6%, seguono il Nord-Ovest, 24,4% e il Centro, 21,9%, mentre risultano inferiori le quote al Nord Est, 15,9% e nelle Isole, 11%.
Tra le regioni la Lombardia ha la quota maggiore di stock (14,4%), unico valore a doppia cifra insieme a quello della Campania (10,9%).
I negozi compravenduti, nel 2016, sono 26.319, in crescita del 15,1% rispetto al 2015.
Tra le regioni, gli incrementi più significativi, oltre il 20%, si registrano in Basilicata, Sardegna, Calabria, Piemonte e Friuli Venezia Giulia. Invece, Abruzzo, Molise e Umbria sono le uniche regioni a perdere terreno rispetto al 2015.
Tra le regioni di maggior peso, la Lombardia, mostra un rialzo del mercato, +13,9%.
Lazio, Sicilia ed Emilia Romagna, con quote di mercato tra il 7 e il 9%, crescono del 20% circa rispetto al 2015.
La quotazione media dei negozi, a livello nazionale, è pari a circa 1.600 €/m2, in calo del 2,4% rispetto alla quotazione media del 2015.
I negozi risultano più cari nel Lazio ( 2.264 €/m2), ma qui i prezzi sono in diminuzione del 7,4% rispetto al 2015.
Quotazioni elevate dei negozi in Liguria e in Lombardia, dove i prezzi sono in flessione rispettivamente del -0,8% e del -0,7%.
Con riferimento ai soli capoluoghi di provincia, risulta che la quotazione media di riferimento, per unità di superficie, a livello nazionale è pari a 2.205 €/m2, in calo rispetto alla quotazione media 2015 del 4,1%.
Capannoni
Il settore produttivo, con 11.287 capannoni compravenduti nel 2016, cresce a ritmi più sostenuti (+22,1%) rispetto agli altri segmenti del non residenziale.
La Lombardia spicca anche in questo settore. Infatti, la maggiore quota percentuale di stock di capannoni (19,5%) e presenta la crescita molto sostenuta (+19,6%) con 3.059 compravendite.
Piemonte, Emilia-Romagna e Veneto, rappresentano anch’esse una importante fetta di mercato e registrano ottimi tassi di crescita, tra il 13% ed il 20,3%.
Tra le regioni del Centro, la maggior quota di capannoni è in Toscana, 6,7%, mentre nel Lazio la quota è pari al 5,1%; tra le regioni del Sud, la Puglia e la Campania risultano quelle con il maggior peso sullo stock nazionale (rispettivamente il 5,6% e il 4,8%).
La quotazione media dei capannoni, a livello nazionale, risulta, nel 2016, pari a 506 €/m2, in calo di un ulteriore 2% rispetto al 2015, dopo l’1,7% già perso l’anno precedente. La diminuzione riguarda la totalità delle regioni, con l’eccezione di Basilicata, Liguria e Valle d’Aosta, dove il dato è stabile e che tuttavia rappresentano meno del 3% dell’intero mercato nazionale.
Il calo maggiore dei prezzi si registra nell’area del Centro (-3,3%), che conserva tuttavia la quotazione media più alta (581 €/m2). Tra le regioni spicca, invece, il -6,5% del Friuli-Venezia Giulia, che presenta anche la quotazione media in assoluto più bassa (301 €/m2), mentre la Liguria registra la quotazione media più alta (762 €/m2).
Esaminando, infine, le quotazioni dei capannoni nei soli capoluoghi, risulta che la quotazione media di riferimento, è pari a 615 €/m2, in calo del 2,9% rispetto al 2015.
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