14 Aprile 2025
Cfc: i risarcimenti per danni sono fuori dalle regole antielusive
Il risarcimento per danni, volto a compensare le spese sostenute per l’avviamento di un’attività imprenditoriale, non fa parte delle tipologie di reddito previste dalla normativa Cfc. Pertanto, non si realizzano i presupposti per l’applicazione della disciplina antielusiva, in particolare per quanto riguarda la condizione del conseguimento di oltre un terzo dei proventi complessivi da passive income. Lo precisa l’Agenzia delle entrate con il principio di diritto n. 4 del 14 aprile 2025
La normativa in materia di Controlled foreign companies (Cfc), dettata dall’articolo 167 del Tuir, come modificato dal recepimento della direttiva Ue Atad (la n. 2016/1164) e dal decreto fiscalità internazionale (209/2023), stabilisce le regole per l’imputazione dei redditi delle società controllate in giurisdizioni a bassa tassazione, con l’obiettivo di evitare che i contribuenti italiani possano trasferire utili in modo da ridurre il carico fiscale complessivo. In questo ambito, l’Agenzia, con la circolare n. 18/2021 ha chiarito che i regimi Cfc non solo mirano a prevenire il differimento dell’imposizione, ma hanno anche una forte connotazione antiabuso, cercando di intercettare pratiche di pianificazione fiscale che possano compromettere le entrate tributarie degli Stati.
Tanto premesso, in base all’articolo 167 del Tuir, affinché la normativa Cfc si applichi, è necessario che si verifichino tre condizioni: il controllo della società estera da parte di un soggetto residente in Italia; l’assoggettamento della società estera a una tassazione non congrua e la realizzazione di proventi che rientrano nelle categorie di “passive income”. Inoltre, secondo il comma 4, lettera b) dello stesso articolo del Tuir, le categorie di proventi interessate dalla disciplina antielusiva includono specificamente interessi, canoni, dividendi e altri redditi finanziari. In pratica, le categorie reddituali sono state sostanzialmente mutuate dall’articolo 7, paragrafo 2, della citata direttiva Atad, che non menziona il risarcimento per danni.
Detto ciò, va da sé che i risarcimenti ottenuti a seguito di un accordo transattivo, spettanti per i danni derivanti dall’interruzione di un’attività economica, non possono essere considerati come “passive income” ai sensi della normativa Cfc.
Ultimi articoli
Normativa e prassi 5 Dicembre 2025
Case modulari “chiavi in mano”: sono immobili da cedere senza Iva
L’Agenzia delle entrate chiarisce che le abitazioni prefabbricate pronte all’uso vanno trattate come fabbricati, con esenzione dall’imposta sul valore aggiunto salvo i casi di impresa costruttrice Le case modulari prefabbricate, complete di impianti e rifiniture e pronte per essere abitate, devono essere qualificate come beni immobili (articolo 13-ter del Regolamento Ue n.
Normativa e prassi 5 Dicembre 2025
Integratori e dispositivi medici, chiarimenti sulle aliquote Iva
Nella giornata di oggi due risposte delle Entrate chiariscono il corretto trattamento Iva delle cessioni di un integratore alimentare e di un dispositivo che scherma i raggi X Può beneficiare dell’aliquota Iva al 10% l’integratore alimentare classificato, con apposito parere dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli, fra le ”Preparazioni alimentari non nominate né comprese altrove: altre” (Codice NC 210690).
Attualità 5 Dicembre 2025
Nuovo phishing a tema fiscale: false comunicazioni di rimborsi
Una mail fraudolenta induce il destinatario a compilare un modulo con i propri dati anagrafici e i dettagli della carta di credito per ottenere un fantomatico accredito Con l’avviso del 5 dicembre, l’Agenzia allerta i contribuenti su una nuova campagna di phishing basata sulla falsa comunicazione di rimborsi fiscali.
Normativa e prassi 5 Dicembre 2025
Dispositivi medici oftalmici, chiarita l’aliquota Iva applicabile
In questo caso si tratta di prodotti destinati alla cura e prevenzione classificabili nella voce 3004, relativa ai medicamenti preparati per scopi terapeutici, e quindi agevolabili L’Agenzia delle entrate, sulla base dell’istruttoria condotta dall’Agenzia delle dogane e dei monopoli (Adm), ha sciolto i dubbi di due società produttrici e distributrici di dispositivi medici oftalmici circa la corretta aliquota Iva da applicare, confermando che alle cessioni di questi dispositivi può essere applicata quella ridotta del 10% (risposta n.