Analisi e commenti

13 Febbraio 2023

Le spese fiscali 2022 nel Rapporto del Mef

Focus sulle spese fiscali 2022 nel Rapporto annuale del ministero dell’Economia e delle Finanze. Il documento raccoglie i lavori e le discussioni che si sono svolte in seno a un’apposita Commissione e le elaborazioni quantitative effettuate dal Dipartimento delle finanze nel corso del 2022. La stima sugli effetti finanziari innescati dagli sconti fiscali mostra come, nel tempo, gli stessi incidano sempre di più sul gettito. Nel periodo 2017-2023, analizza il Mef, è previsto in Italia un aumento del 43,9% delle tax expenditures, le misure agevolative, che da 87,3 miliardi di minori entrate nel 2017 dovrebbero passare a 125,6 miliardi nel 2023.

Come da prassi (articolo 1, Dlgs n. 160/2015), contestualmente e in allegato alla presentazione dello “stato di previsione dell’entrata” da parte del ministero dell’Economia e delle Finanze, è unito annualmente un rapporto sulle spese fiscali, che elenca qualunque forma di esenzione, esclusione, riduzione dell’imponibile o dell’imposta, in pratica tutti i regimi fiscali di favore, derivanti da disposizioni normative vigenti.

All’interno del Rapporto, sono inoltre indicate, in modo separato, quelle introdotte nell’anno precedente e nei primi sei mesi dell’anno in corso. Ciascuna misura è accompagnata dalla sua descrizione e dall’individuazione della tipologia e del numero dei beneficiari e, ove possibile, dalla quantificazione degli effetti finanziari, cioè delle eventuali perdite di gettito.
Per renderne la lettura più agevole, le diverse misure sono raggruppate in categorie omogenee, contrassegnate da un codice che ne caratterizza la natura e le finalità. Il Rapporto individua le spese fiscali e ne valuta gli effetti finanziari prendendo a riferimento modelli economici standard di tassazione, rispetto ai quali considera anche le spese fiscali negative. Ove possibile e, comunque, per le spese fiscali per le quali sono trascorsi cinque anni dalla entrata in vigore, il rapporto effettua confronti tra le stesse e i programmi di spesa destinati alle medesime finalità e analizza gli effetti microeconomici delle singole spese fiscali, comprese le ricadute sul contesto sociale.

Le fonti utilizzate nella raccolta dei dati
La maggior parte dei dati utilizzati per le stime degli effetti finanziari delle agevolazioni sono tratti dall’Anagrafe delle dichiarazioni dei redditi dei diversi contribuenti interessati dalle misure. Si tratta dei casi nei quali l’Anagrafe tributaria fornisce le informazioni necessarie ad attivare il database dei diversi modelli di microsimulazione disponibili. Negli altri casi sono stati utilizzati dati derivanti da pubblicazioni ufficiali di altre Amministrazioni pubbliche (Istat, Inps, Banca d’Italia, eccetera), oppure delle principali associazioni di categoria (Confindustria, Abi, eccetera).

Come razionalizzare il puzzle di 626 agevolazioni fiscali
Come detto, a seconda della natura delle diverse agevolazioni – esenzioni, deduzioni dal reddito, riduzioni di imposta e/o di aliquota, rimborsi fiscali e differimenti di imposta – i regimi fiscali di favore sono tutti “raggruppati in categorie omogenee, contrassegnate da un codice che ne caratterizza la natura e le finalità”, tra cui, quelle di maggior peso in senso meramente numerico sono le seguenti: competitività e sviluppo delle imprese, con 112 misure agevolative;  diritti sociali, politiche sociali e famiglia (102), la cui crescita registrata negli ultimi anni in larga parte è spiegata dall’emergenza sanitaria; politiche economico-finanziarie e di bilancio e tutela della finanza pubblica (90); casa e assetto urbanistico (55)  e politiche per il lavoro (55). In pratica, come illustrato dal Rapporto, il numero totale delle spese fiscali, tra il 2021 e il 2022, è continuato ad aumentare, come negli anni passati del resto, passando da 592 a 626 voci. Il processo di crescita delle spese fiscali in questi ultimi anni è stato, quindi, continuo e permanente. Infatti, nel rapporto del 2016, la Commissione per le spese fiscali evidenziò un numero totale di spese fiscali pari a 444 voci: il che significa che in 7 anni, tra il 2016 e il 2022, esse sono cresciute di 182 voci, ovvero, di oltre il 40 per cento.

Novità del Rapporto, focus sulle misure agevolative per fronteggiare la pandemia e sui crediti d’imposta, incluse le spese fiscali indotte dalla crisi ucraina
Quest’anno, la ricognizione sulle spese fiscali si è soffermata su tutte le agevolazioni introdotte dai vari provvedimenti adottati, dal gennaio 2020, a seguito della dichiarazione dello stato di emergenza epidemiologica (ad esempio, i decreti Cura Italia, Liquidità, Rilancio, Agosto, Ristori eccetera). Inoltre, un approfondimento dedicato è stato riservato ai crediti d’imposta, da considerarsi peraltro come vere e proprie misure di spesa. Comunque, è opportuno chiarire che con il termine crediti d’imposta si intendono sia i crediti d’imposta tout court, derivanti dalla liquidazione di tributi e fruiti generalmente nella stessa dichiarazione, che consistono in vere e proprie eccedenze d’imposta versate per importi superiori a quelli effettivamente dovuti; sia i crediti di natura agevolativa o con finalità di sussidio, riconducibili all’emanazione di incentivi per lo sviluppo economico o di misure di sostegno riconosciute in occasione di calamità naturali o altri eventi. Naturalmente, è riportato anche il dettaglio delle misure prese per contrastare la crisi energetica che si è prodotta per effetto del conflitto in Ucraina.

Le misure agevolative al top, detrazione del 50% ed Ecobonus spinto dal 110%
Tra quelle il cui impatto sulla perdita di gettito è maggiore, spicca ovviamente la detrazione, o Ecobonus, prevista nella misura del 55 e del 65%, delle spese sostenute per vari interventi di riqualificazione energetica degli edifici esistenti di qualsiasi categoria catastale, anche rurale. La medesima detrazione si applica anche alle spese per l’acquisto, l’installazione e la messa in opera di dispositivi multimediali per il controllo a distanza degli impianti di riscaldamento, produzione di acqua calda o di climatizzazione, delle unità abitative. Ricordiamo che per le spese sostenute dal 1 luglio 2020 per specifici interventi (articolo 119, Dl n. 34/2020, o decreto Rilancio), la detrazione si applica nella misura del 110%, fatto salvo il decalage previsto per gli interventi sui condomini. In sostanza, questo regime agevolativo è stimato determinare una perdita di gettito di circa 4,7miliardi di euro nel 2023.
Ma non è la misura a maggior impatto sul gettito, Infatti, al top si conferma, come in passato, la detrazione del 50% per il recupero del patrimonio edilizio esistente e per altri interventi, tra cui l’installazione di impianti solari fotovoltaici connessi alla rete. Questa agevolazione, nel 2023 richiederà circa 9,7milairdi di spese fiscali e quindi di minor gettito.
Naturalmente, anche il 19% per le spese sanitarie occupa un posto privilegiato, con 3,7 miliardi di spese e quasi 20 milioni di italiani che ne beneficeranno, ciò che fa di tale misura la più diffusa e utilizzata in termini meramente numerici.
Lo stesso vale per l’assegno familiare, la cui spesa corrispondente, per lo Stato, sarà di circa 5,3 miliardi, sempre nel 2023.

Sul versante delle imprese troviamo il credito d’imposta per investimenti in beni strumentali nuovi, che totalizza un minor gettito di oltre 1,3 miliardi, mentre la deduzione ai fini Irap, dell’intero costo del personale assunto con contratto di lavoro dipendente a tempo indeterminato (articolo 1, comma 20, legge n. 190/2014) determinerà 8,4 miliardi di spese fiscali.
Inoltre, l’esenzione dall’Imu estesa anche al possesso dell’abitazione principale o assimilata, come definita alle lettere b) e c) del comma 741, della legge n.160/2019, non costituisce presupposto dell’imposta, salvo che si tratti di un’unità abitativa classificata nelle categorie catastali A/1, A/8 o A/9 e, pertanto, non è soggetta a Imu. Da tale ulteriore riduzione dell’imposta la perdita di gettito, che ne deriverà, sarà di circa 5,3 miliardi.

In 18 regimi di favore si concentra quasi la metà delle spese fiscali 2023
In sostanza, sono 18 le misure che superano il miliardo di spesa fiscale e che sono riportate quasi 60 milioni di volte nelle dichiarazioni dei redditi degli italiani in quanto sovrapponibili, ad esempio le spese sanitarie, per il recupero degli edifici esistenti e quelle per l’assegno familiare. La sovrapponibilità genera così un numero esponenziale nella riproduzione dei benefici elencati. In totale invece, queste 18 agevolazioni costano 57,3 miliardi, all’incirca il 45% del totale delle spese fiscali monitorate.

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