Normativa e prassi

26 Gennaio 2024

Concessionario del bar universitario, Iva al 4% solo sull’attività di mensa

Una società che si è aggiudicata in concessione un servizio di bar tavola fredda presso un Ateneo dovrà applicare l’Iva al 10% sui prodotti venduti. L’aliquota più favorevole, pari al 4% infatti, potrà essere fruita solo per il servizio di mensa, di prossima attivazione. È la sintesi della risposta n. 19 dell’Agenzia, del 26 gennaio 2024.

L’istante fa sapere che attualmente gestisce presso l’ateneo un servizio di bar e tavola fredda. Precisa, inoltre, che presso la struttura avuta in concessione intende avviare, in linea con il capitolato, la somministrazione piatti caldi, anche nei confronti degli studenti titolari di badge universitario con servizio mensa agevolato. Il badge determinerà la quota pasto a loro carico, fatta eccezione per gli utenti con ”pasto gratuito”, il cui costo sarà sostenuto interamente dall’università.
Infine, l’istante fa sapere che in conformità allo stesso capitolato ha facoltà di svolgere ulteriori servizi, come quello di catering.

Chiede quindi se può applicare ai prodotti venduti l’Iva agevolata nella misura del 4%, ad eccezione delle somministrazioni erogate tramite i buoni pasto che, come precisato più volte dalla prassi amministrativa, scontano l’Iva al 10 per cento.

L’Agenzia ricorda in via preliminare che la tariffa agevolata al 4% è riconosciuta sulle “somministrazioni di alimenti e bevande effettuate nelle mense aziendali ed interaziendali, nelle mense delle scuole di ogni ordine e grado, nonché nelle mense per indigenti anche se le somministrazioni sono eseguite sulla base di contratti di appalto o di apposite convenzioni” (n. 37 della Tabella A, parte II del Decreto Iva), beneficio esteso anche alle mense universitarie (circolare n. 328/1997).

Nel caso in esame, tuttavia, l’Agenzia evidenzia che l’offerta attualmente fornita presso l’università riguarda generi di caffetteria, come the, caffè, bevande calde e fredde, bevande analcoliche, panini, tramezzini, toast e piatti freddi, che sono oggettivamente diversi dalle prestazioni delle mense per le quali il decreto Iva prevede l’aliquota Iva al 4 per cento.
Per cui al servizio di bar tavola fredda attualmente esercitato l’istante dovrà applicare l’aliquota Iva del 10 per cento.
Diversamente, la somministrazione di piatti caldi rivolta a tutti, anche agli studenti titolari di badge universitario, di prossima attivazione, è un servizio di mensa vero e proprio che potrà beneficiare dell’aliquota Iva al 4% in linea con quanto indicato nel citato punto 37 della Tabella A allegata al decreto Iva.
L’Agenzia precisa, infine, che se l’utente effettua il pagamento con il buono pasto rilasciato al personale non docente, si applica l’aliquota Iva del 10 per cento nell’ambito del rapporto tra l’istante e la società emittente i buoni pasto.
Inoltre, le somministrazioni di “pasti” effettuate alle persone diverse dagli utenti muniti di badge sconteranno l’Iva al 10%, non rientrando fra le erogazioni effettuate nelle mense aziendali, scolastiche e per i poveri, indicate nel n. 37) della Tabella A, parte II, allegata al Decreto Iva.
 

Concessionario del bar universitario, Iva al 4% solo sull’attività di mensa

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