5 Luglio 2021
Entrate dei primi cinque mesi 2021: gettito ancora “ovviamente” su
Tra gennaio e maggio 2021, le entrate tributarie erariali accertate in base al criterio della competenza giuridica sono pari a 169.667 milioni di euro, con un aumento di 13,3 punti percentuali rispetto agli stessi mesi del 2020 (in numeri, più 19.936 milioni). In sintesi, è quanto si legge nell’analisi elaborata dal dipartimento delle Finanze del Mef, con il consueto Bollettino pubblicato online, insieme alla relativa Nota tecnica e alle Appendici statistiche.
Una buona performance – che diventa ottima se si guarda esclusivamente al mese di maggio, dove l’incremento complessivo ha sfiorato il 38% – dovuta però al fatto che, a parte i primi due mesi dello scorso anno, dall’11 marzo 2020 è stato adottato il lockdown nazionale con le conseguenti misure economiche dirette ad affrontare l’emergenza sanitaria, tra le quali i provvedimenti di sospensione dei versamenti tributari e contributivi. Inoltre, quelli emanati nell’ultimo trimestre 2020 hanno particolarmente influito sul gettito dei primi cinque mesi 2021.
Le dirette
Le entrate complessive derivanti dalle imposte dirette nel periodo gennaio-maggio ammontano a 90.772 milioni di euro, con un incremento di 6.674 milioni di euro (+7,9%).
Nel dettaglio, quelle provenienti dall’Irpef si attestano a 79.748 milioni di euro (+7%). A trainare il dato sono state principalmente le ritenute da lavoro dipendente del settore pubblico (+2,9%, pari a 1.016 milioni di euro, sempre rispetto ai primi tre mesi dello scorso anno) e quelle dei lavoratori autonomi (+600 milioni di euro, +13,5%). Anche le ritenute sui redditi dei dipendenti del settore privato si sono ben difese (+3.050 milioni di euro, + 9,1%): il gettito derivante da queste ultime ha beneficiato della proroga disposta dal decreto “Ristori” e solo dallo scorso marzo i sostituti d’imposta hanno ricominciato a versare quelle sui redditi corrisposti negli ultimi tre mesi del 2020.
La tendenza è la stessa anche se si parla di entrate da imposte sostitutive sui redditi e da ritenute sugli interessi e altri redditi di capitale, queste, infatti, registrano un aumento dell’8,9% che sembra un inezia se si pensa che quelle derivanti dalle ritenute sugli utili distribuiti dalle persone giuridiche (+337 milioni di euro, +57,3%).
Il trend positivo dell’Ires segna un aumento di 275 milioni di euro (+17,8%) rispetto allo stesso periodo del 2020.
Le indirette
Motore di queste imposte, che nell’arco temporale in osservazione ammontano a 78.895 milioni di euro, in aumento di 13.262 milioni (+20,2%), è l’Iva, il cui dato relativo segna una crescita pari al 26,6% (+10.709 milioni di euro rispetto all’analogo periodo 2020). Risaltano sia l’andamento dell’imposta sugli scambi interni (+9.583 milioni di euro, +26,6%) che quello delle importazioni con un + 26% netto.
In linea con la prestazione dell’Iva anche le imposte di bollo e registro, rispettivamente in crescita dello 0,7 e del 43,3 per cento. Segna il passo, invece, l’imposta sulle assicurazioni (-73 milioni di euro, -16,0%).
I giochi
Gli esborsi per il divertimento non deludono quasi mai, così che le entrate relative ai giochi si presentano in aumento del 16% (+615 milioni di euro).
Accertamenti e controlli
Momento no per gli introiti da accertamento e controllo che, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, diminuiscono complessivamente del 17,5 per cento. Un trend determinato dai minori incassi derivanti sia dalle imposte dirette (-15,5%) che da quelle indirette (-19,1%).

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