29 Settembre 2025
Acquisto grandi elettrodomestici: le regole per accedere al contributo
A differenza del beneficio fruibile sotto forma di detrazione fiscale, l’incentivo disciplinato dal Mimit non agisce in sede di dichiarazione dei redditi, ma si traduce in uno sconto immediato del venditore

Con un decreto dello scorso 3 settembre, pubblicato in Gazzetta Ufficiale venerdì 27, il ministero delle Imprese e del Made in Italy disciplina le modalità di fruizione del contributo previsto dall’ultimo Bilancio per l’acquisto di grandi elettrodomestici ad alta efficienza: una misura che si affianca al “bonus elettrodomestici”, collocato all’interno delle agevolazioni per le ristrutturazioni edilizie.
Nell’ambito del Bilancio per il 2025 (articolo 1, commi da 107 a 111, legge n. 207/2024), il legislatore ha introdotto una misura volta a promuovere l’efficienza energetica nel settore domestico e a sostenere la competitività del sistema produttivo nazionale. In particolare, ha previsto un contributo economico per l’acquisto di grandi elettrodomestici ad alta efficienza energetica, destinato agli utenti finali e subordinato al corretto smaltimento degli apparecchi obsoleti.
Il decreto disciplina nel dettaglio le modalità di accesso al contributo, le condizioni da rispettare e il funzionamento della piattaforma informatica che gestisce l’intera iniziativa. Il beneficio, concesso sotto forma di voucher, consente uno sconto diretto in fattura e può essere richiesto da cittadini maggiorenni, una sola volta per nucleo familiare. L’importo varia in base all’Isee e non può essere cumulato con altre agevolazioni.
Per garantire trasparenza e correttezza, con l’articolo 1, il decreto definisce i termini chiave della misura, dal concetto di “elettrodomestico obsoleto” a quello di “venditore aderente”, passando per la struttura tecnica che regola l’emissione e l’utilizzo dei voucher. Il tutto è gestito tramite una piattaforma digitale che verifica i requisiti e coordina le operazioni tra utenti, venditori e amministrazione.
Le regole
L’articolo 2 del decreto stabilisce che, per ottenere il contributo, è necessario consegnare al venditore un elettrodomestico della stessa tipologia ma di classe energetica inferiore, che dovrà essere smaltito correttamente per il riciclo.
Come anticipato, il contributo è riservato agli utenti maggiorenni e può essere utilizzato una sola volta per nucleo familiare. L’importo copre fino al 30% del prezzo di acquisto, con un tetto massimo di 100 euro, che può salire a 200 euro per chi ha un Isee inferiore a 25mila euro. L’incentivo, ricorda la norma, non è cumulabile con altri incentivi o agevolazioni fiscali.
Come anticipato, tutta la procedura è gestita attraverso una piattaforma informatica, che verifica i requisiti dell’utente interrogando le banche dati pubbliche. Se la richiesta è accolta, viene emesso un voucher associato al codice fiscale del richiedente, valido per un periodo limitato. Il venditore applica lo sconto e riceve successivamente il rimborso da Invitalia, previa presentazione della documentazione necessaria.
Nel caso in cui il voucher scada senza essere utilizzato, è possibile presentare una nuova richiesta. Il decreto prevede anche che il Mimit possa sospendere l’iniziativa qualora le risorse disponibili, pari a 50 milioni di euro, si esauriscano.
Il perimetro oggettivo
L’articolo 3 definisce quali elettrodomestici possono beneficiare del contributo e stabilisce le modalità per costituire l’elenco ufficiale dei prodotti agevolabili. Per garantire trasparenza e uniformità, istituisce un elenco informatico, compilato dai produttori attraverso una dichiarazione sostitutiva di autocertificazione. Ogni prodotto deve essere identificato con codici specifici e accompagnato da una descrizione tecnica, oltre alla conferma del rispetto di due requisiti fondamentali: l’efficienza energetica e la produzione all’interno dell’Unione europea.
Le soglie minime di efficienza variano a seconda della categoria: ad esempio, lavatrici e forni devono essere almeno di classe A, mentre frigoriferi e congelatori devono raggiungere almeno la classe D. Anche le cappe da cucina, le lavastoviglie, gli asciugabiancheria e i piani cottura devono rispettare parametri energetici precisi, stabiliti dai regolamenti europei.
Per registrare i prodotti, il produttore deve accedere alla piattaforma informatica tramite Spid o Cie del legale rappresentante e inserire i dati richiesti. Se questo non dispone di credenziali digitali, può delegare un soggetto terzo, munito di mandato, che provvederà alla registrazione per suo conto.
Una volta inseriti i dati, il ministero delle Imprese e del Made in Italy, tramite la società incaricata, effettua verifiche anche a campione. L’elenco viene aggiornato periodicamente e pubblicato sul sito istituzionale, includendo nuovi prodotti o escludendo quelli che non superano i controlli.
Indicazioni per i venditori
L’articolo 4 disciplina le modalità di registrazione dei venditori che intendono aderire all’iniziativa, inclusi quelli operanti nel commercio elettronico. Per partecipare, ogni venditore, compresi quelli di commercio elettronico, deve iscriversi alla piattaforma informatica, dimostrando di possedere un codice Ateco compatibile con i beni agevolabili e di essere regolarmente iscritto al portale telematico del Centro di coordinamento Raee. In assenza di questa iscrizione, non è possibile completare la registrazione.
Con l’iscrizione, il venditore si impegna ad accettare i voucher secondo le regole stabilite dal decreto e dai successivi provvedimenti attuativi. I dati forniti vengono verificati attraverso la piattaforma, che interroga le banche dati delle Camere di commercio, il registro delle imprese e altre fonti pubbliche nazionali ed europee.
Una volta superati i controlli, il venditore viene inserito in un elenco ufficiale, pubblicamente consultabile sul sito del Mimit, nella sezione dedicata all’iniziativa.
Modalità operative
L’articolo 5 chiarisce l’assetto operativo e tecnico della misura, affidando la gestione del contributo a una piattaforma informatica gestita da PagoPA, già prevista dal Dl n. 152/2021. Le attività istruttorie, di controllo e monitoraggio, così come la gestione delle risorse finanziarie, sono invece affidate a Invitalia.
Supervisione
L’articolo 6 del decreto regola le attività di controllo e monitoraggio dell’intera iniziativa, assicurando che ogni fase sia verificata con attenzione. I controlli vengono svolti in modo integrato: da un lato, attraverso sistemi automatizzati gestiti da PagoPA tramite la piattaforma informatica; dall’altro, grazie all’intervento diretto di Invitalia, che verifica la correttezza delle operazioni. Cioè, la regolarità della fatturazione, il corretto smaltimento dell’elettrodomestico sostituito e la completezza della documentazione relativa all’intera procedura.
Il ministero delle Imprese e del Made in Italy supervisiona l’attuazione della misura e il rispetto dei limiti di spesa, ricevendo periodicamente report da PagoPA e Invitalia.
Decadenza dall’incentivo
L’articolo 7 stabilisce le condizioni che possono comportare la decadenza dal beneficio. I voucher concessi agli utenti e i rimborsi destinati ai venditori devono essere utilizzati esclusivamente per le finalità indicate dalla legge istitutiva e dal decreto stesso. Qualora, in seguito alle verifiche previste, emerga una violazione delle disposizioni da parte dell’utente, del venditore o del produttore, oppure una condotta non coerente con gli obiettivi della misura, si procede all’esclusione dall’iniziativa. In aggiunta, se la responsabilità è accertata, può essere disposto il recupero delle somme già erogate, secondo le modalità definite da decreti direttoriali.
Il decreto si chiude con gli ultimi due articoli, l’8 e il 9, che disciplinano rispettivamente, il lato della privacy e i futuri interventi attuativi dell’agevolazione.
La misura, che vuole favorire il rinnovo del parco elettrodomestici domestico, promuovendo al tempo stesso la sostenibilità ambientale e il rilancio del settore industriale, si affianca al “bonus elettrodomestici” fiscale, previsto da tempo all’interno delle agevolazioni per le ristrutturazioni edilizie, che consente una detrazione dall’Irpef delle spese sostenute per l’acquisto di elettrodomestici in abbinamento a interventi di recupero edilizio (vedi articolo “Dentro la dichiarazione – 6: spese per mobili ed elettrodomestici”). A differenza di quest’ultimo, il contributo disciplinato dal decreto in argomento non agisce in sede di dichiarazione dei redditi, ma si traduce in uno sconto immediato al momento dell’acquisto da parte del venditore.

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