Analisi e commenti

18 Marzo 2025

Focus sul transfer pricing, metodo del prezzo di rivendita

Proseguono gli approfondimenti dedicati da questa rivista all’analisi dei metodi applicabili nella disciplina del transfer pricing. Dopo aver esaminato i criteri del “confronto di prezzo” e del “costo maggiorato” (vedi “Focus sul transfer pricing, metodo del confronto di prezzo” e “Focus sul transfer pricing: metodo del costo maggiorato”), questo terzo intervento analizza un altro metodo tradizionale: il “prezzo di rivendita” (resale price method).

Il sistema del prezzo di rivendita rappresenta, dunque, una delle modalità utilizzabili nel transfer pricing per determinare i prezzi di trasferimento. In particolare, in questo metodo il punto di partenza è rappresentato dal prezzo applicato dal rivenditore a un’impresa indipendente. A questo importo, che per sua natura è un valore di mercato, deve essere sottratto un margine che rappresenta la remunerazione del rivenditore per le funzioni svolte e i rischi sopportati.

La differenza tra prezzo di mercato e margine determina il prezzo da applicare al rivenditore da parte del suo fornitore di gruppo, sia esso un produttore o a sua volta un distributore. Infatti, l’utilizzo di questo metodo viene raccomandato dall’Ocse in presenza di cessioni di beni tra una società del gruppo (ad esempio un produttore del bene) e un rivenditore associato.

Determinazione del margine
Il focus è spostato, rispetto al metodo del “confronto di prezzo”, dal prezzo al margine in quanto questo deve essere in linea con il margine del prezzo di rivendita che il distributore/rivenditore di gruppo realizza su beni acquistati e venduti nel corso di transazioni comparabili con soggetti terzi sul libero mercato (“comparabile interno”), oppure con il margine del prezzo di rivendita realizzato da un distributore/rivenditore indipendente, nel corso di transazioni comparabili sul libero mercato (“comparabile esterno”).

Il margine da considerare è quello lordo (gross margin), calcolato, in linea di principio, come differenza tra fatturato e costo del venduto. Tale margine deve essere pari a un importo in grado di coprire le spese di vendita e altre spese operative facendo residuare un profitto appropriato.

Vantaggi e svantaggi del metodo
I vantaggi di tale metodo sono i seguenti:

  • il confronto dei margini permette di comparare solo funzioni, rischi e asset delle transazioni infragruppo con quelle svolte con terzi
  • minore sensibilità alle differenze tra i prodotti oggetto delle transazioni confrontate
  • minore rigidità nell’applicazione delle regole di comparabilità
  • è il metodo preferibile nel caso in cui la tested party sia un distributore.

Gli svantaggi di tale metodo sono i seguenti:

  • difficoltà a trovare i dati nel caso di applicazione del metodo del prezzo di rivendita esterno, per eventuali differenze di contabilizzazione e per limiti di informazioni disponibili
  • solo nel caso del metodo interno è possibile tenere conto dell’effettivo costo del venduto in presenza delle necessarie informazioni reperibili dalla contabilità analitica della tested party relative alle due transazioni (con l’impresa associata e con i terzi)
  • non è raccomandato l’utilizzo per casi diversi rispetto alle attività connesse alla distribuzione di beni.

Questo è il metodo più adatto ai casi in cui il rapporto infragruppo veda una casa madre “produttrice” e una controllata prevalentemente “distributrice”. 

Focus sul transfer pricing, metodo del prezzo di rivendita

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