30 Maggio 2023
L’Agenzia in audizione al Senato, focus sugli incentivi alle imprese
I riflessi tributari della disciplina sugli incentivi a favore delle imprese con particolare riguardo alle questioni che interessano l’Agenzia delle entrate. Si tratta del disegno di legge AS 571, “collegato” alla manovra di finanza pubblica contenente il riordino della materia e alcune disposizioni di modifica e del disegno di legge AS 607 con la delega al Governo per individuare un quadro normativo organico delle agevolazioni. Sono i temi dell’audizione delle Entrate tenutasi oggi, 30 maggio 2023, al Senato, presso la 9ª Commissione industria, commercio turismo agricoltura e produzione agroalimentare.
Entrambi i disegni di legge in esame perseguono l’obiettivo della revisione del sistema degli incentivi alle imprese, per rimuovere gli ostacoli al pieno dispiegamento di efficacia dell’intervento pubblico a sostegno del tessuto produttivo. Una disciplina organica degli incentivi si è resa infatti necessaria a seguito delle numerose misure di carattere emergenziale, dovute alla pandemia e al caro energia, che si sono dovute adottare per sostenere cittadini e imprese. Inoltre si sono voluti semplificare i procedimenti amministrativi e snellire gli oneri burocratici a carico delle imprese, per un agevole assolvimento degli adempimenti fiscali.
In sostanza, si tratta di misure dirette ad accrescere l’efficacia dell’intervento pubblico – attuato mediante le politiche di incentivazione – a sostegno dell’economia, con riguardo alle esigenze di coesione sociale, economica e territoriale.
Va premesso che il disegno di legge n. 571 si basa sul principio “della più ampia coesione sociale, economica e territoriale per uno sviluppo economico armonico ed equilibrato della Nazione, con particolare riferimento alle politiche di incentivazione della base produttiva del Mezzogiorno”, mentre il disegno di legge n. 607 demanda al legislatore delegato le “specifiche agevolazioni fiscali e contributive volte a favorire nuovi insediamenti produttivi nelle aree economicamente depresse del territorio nazionale, nei comuni in cui si registra un tasso di disoccupazione superiore al 20 per cento”.
Attualmente sono operative diverse disposizioni per gli investimenti in aree svantaggiate, fra cui si ricorda il credito d’imposta per gli investimenti nel Mezzogiorno, il bonus ricerca e sviluppo nel Mezzogiorno, il credito d’imposta per gli impianti di compostaggio, il bonus investimenti nelle Zes (zone economiche speciali).
Per una disciplina uniforme delle misure fiscali si potrebbe valutare la possibilità di approvare disposizioni ad hoc che recepiscano fra l’altro:
- le modalità di utilizzo degli incentivi fiscali in funzione della loro diversa natura, prevedendo, in caso, il divieto di rimborso
- il trattamento fiscale degli incentivi, cioè la non concorrenza alla formazione della base imponibile ai fini delle imposte sui redditi e dell’Irap e l’irrilevanza ai fini della determinazione della quota di interessi passivi deducibile dal reddito di impresa
- la possibilità di cumulare due o più agevolazioni a valere sui medesimi costi, a condizione che le stesse, complessivamente, non superino 100% della spesa sostenuta
- il divieto di circolazione delle agevolazioni fiscali. Su questo punto viene ricordato che l’Agenzia ha ribadito in più documenti di prassi la non trasferibilità delle agevolazioni a terzi, considerando la natura soggettiva delle stesse: solo chi matura i requisiti è legittimato alla fruizione del beneficio.
Altro tema di grande interesse è l’attività di controllo che necessita interventi di armonizzazione e semplificazione, secondo quanto precisato dall’articolo 6, comma 1, lettera b), n. 4, del disegno di legge n. 571. Lo stesso articolo sottolinea l’importanza del rispetto della normativa europea sugli aiuti di Stato.
In tal senso, sarebbe opportuno indicare, nelle norme di agevolative, il regime applicabile e l’amministrazione responsabile dell’osservanza delle regole Ue, come la notifica e la comunicazione, e delle norme di diritto interno, come la registrazione dell’incentivo nel Registro nazionale degli aiuti di Stato (Rna), nel Sistema informativo agricolo nazionale (Sian) o nel Sistema italiano della pesca e dell’acquacoltura (Sipa).
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